Sintomi e malattie
I sintomi sconosciuti del diabete. Perché è essenziale controllare bocca e gengive
L’iperglicemia e il diabete sono due condizioni spesso asintomatiche. Ma questi segni potrebbero richiedere la necessità di ulteriori approfondimenti diagnostici
Il diabete e l’iperglicemia sono due condizioni particolarmente diffuse ai giorni nostri. Colpa, in parte, del sovrappeso, dell’alimentazione scorretta, del consumo dei cibi iper-processati e dell’eccesso di sedentarietà. Purtroppo, il diabete è una delle malattie più silenziose che esistano e quando ci si rende conto di essere affetti dalla malattia spesso è troppo tardi. Ecco il motivo per cui è essenziale tener conto di alcuni segnali che possano far pensare a un pre-diabete, in modo tale da intervenire precocemente. Uno di questi è la lettura delle gengive, la quale potrebbe essere particolarmente d’aiuto nella diagnosi precoce.
Gengive e diabete
Lo stato di salute delle gengive è strettamente correlato con alcune sindromi metaboliche e, più precisamente, con il diabete. Numerosi studi condotti negli ultimi decenni sono infatti riusciti a confermarne più volte la relazione. Le persone affette da diabete di tipo 2 non riescono a controllare adeguatamente il livello degli zuccheri nel sangue attraverso l’insulina. Proprio a causa di questo eccesso insorgono numerosi problemi dal punto di vista del cavo orale.
Iperglicemia e malattie gengivali
«Le persone affette da diabete hanno un aumentato rischio di sviluppare malattie gengivali. Livelli di glicemia gestiti male possono causare danni ai nervi, ai vasi sanguigni, al cuore, ai reni, agli occhi e ai piedi. Allo stesso modo, anche le gengive possono essere colpite. Poiché i livelli elevati di zucchero nel sangue portano a danni ai vasi sanguigni, questo riduce l’apporto di ossigeno e nutrimento alle gengive, rendendo più probabili le infezioni delle gengive e delle ossa. I livelli di zucchero nel sangue incontrollati possono far salire i livelli di glucosio nella saliva e questo crea un terreno fertile per i batteri, aumentando il rischio di malattie gengivali e carie dentaria», scrivono gli esperti su Diabetes.co.uk. «L’infiammazione, che si verifica nelle gengive, sfugge nel flusso sanguigno e sconvolge il sistema di difesa del corpo che a sua volta influenza il controllo della glicemia. In altre parole, le malattie gengivali e il diabete sono collegate in entrambe le direzioni. La Federazione europea di parodontologia raccomanda che dopo una diagnosi di diabete si dovrebbe informare il proprio dentista e sottoporsi a un controllo dentistico completo».
Gengive infiammate?
Se le vostre gengive tendono a essere particolarmente infiammate, o soggette a sanguinamenti frequenti durante lo spazzolamento potreste avere dei problemi di metabolizzazione degli zuccheri. Ma non solo: anche una variazione di colore, tasche gengivali, colletti che si abbassano o gengive che si restringono devono destare allarme a tal punto da richiedere approfondimenti diagnostici. «Esiste una chiara relazione tra grado di iperglicemia e gravità della parodontite. I meccanismi che sostengono i collegamenti tra queste due condizioni non sono completamente compresi, ma coinvolgono aspetti del funzionamento immunitario, dell’attività dei neutrofili e della biologia delle citochine. Esistono prove emergenti a supporto dell’esistenza di una relazione a doppio senso tra diabete e parodontite, con diabete che aumenta il rischio di parodontite e infiammazione parodontale che incide negativamente sul controllo glicemico. Le incidenze di macroalbuminuria e malattia renale allo stadio terminale sono aumentate rispettivamente di due volte e di tre volte nei soggetti diabetici che hanno anche una grave parodontite rispetto agli individui diabetici senza grave parodontite. Inoltre, il rischio di mortalità cardiorenale (cardiopatia ischemica e nefropatia diabetica combinata) è tre volte più alto nei soggetti diabetici con parodontite severa rispetto ai soggetti diabetici senza grave parodontite», spiegano gli scienziati dell’Istituto di medicina cellulare dell’Università di Newcastle.
Si tratta di parodontite?
Non è sempre facile capire se si tratta di un’infiammazione temporanea causata da un trauma, da un’errata igiene o di un disturbo che si sta cronicizzando. «Le malattie parodontali comprendono la gengivite (in cui l’infiammazione è limitata alla gengiva ed è reversibile con una buona igiene orale) e la parodontite (in cui l’infiammazione si estende e provoca distruzione tissutale e riassorbimento osseo alveolare). La distruzione tissutale nella parodontite determina la rottura delle fibre di collagene del legamento parodontale, con conseguente formazione di una tasca parodontale tra la gengiva e il dente. Le tasche non sempre sono evidenti con una semplice ispezione visiva, e la valutazione usando una sonda parodontale è essenziale. La parodontite è una malattia che progredisce lentamente ma la distruzione del tessuto che si verifica è in gran parte irreversibile. Nelle fasi iniziali, la condizione è tipicamente asintomatica; di solito non è doloroso e molti pazienti non sono a conoscenza finché la condizione non è progredita abbastanza da determinare la mobilità dei denti», continuano gli studiosi.
Microbiota orale e diabete
Il microbiota della bocca potrebbe essere implicato nella comparsa di parodontite e diabete.
«In uno studio, il recupero di diversi patogeni parodontali, compresi Aggregatibacter actinomycetemcomitans , Campylobacter rectus , Capnocytophaga spp, Eikenella corrodens , Fusobacterium nucleatum e Prevotella, era simile sia nei partecipanti diabetici che non diabetici, ma era significativamente più alto il numero di individui con diabete e P. gingivalis. Allo stesso modo, in uno studio su giovani giapponesi affetti da diabete mellito di tipo 1, vi era un percentuale maggiore di partecipanti con parodontite causata P. gingivalis e Prevotella. Questi studi indicano che ci sono probabilmente sottili differenze nella composizione microbica del biofilm sottogengivale tra individui con diabete e quelli senza, ma la rilevanza clinica di questo non è chiara. Tali differenze possono derivare dall’effetto del diabete nel modificare l’ambiente locale all’interno della tasca parodontale in modo tale da favorire la crescita di alcune specie batteriche».
Se curi le gengive migliora la glicemia
Altri studi hanno messo in evidenza come curare in maniera costante l’igiene orale e, di conseguenza, le gengive, porti a un notevole miglioramento delle condizioni relative a iperglicemia e diabete. Una recente ricerca condotta dall’Università di Barcellona, ha infatti evidenziando come prendersi curare del cavo orale possa migliorare notevolmente i livelli di glicemia. Per arrivare a tali conclusioni, i ricercatori hanno preso in esame 90 pazienti affetti da diabete di tipo 2. Ognuno di loro ha ricevuto trattamenti della durata di sei mesi, allo scopo di migliorare la salute orale. In quest’arco di tempo sono stati sottoposti all’esame per valutare i livelli di emoglobina glicata e numerosi test per rilevare il tipo di popolazione batterica che aveva causato la parodontite in ogni singolo paziente. Dai risultati è emerso che tutti i pazienti hanno evidenziato un miglioramento sotto il profilo glicemico. «La conclusione principale è che il trattamento non chirurgico della parodontite migliora lo stato glicemico e i livelli di emoglobina glicata, e quindi lo studio dimostra la grande importanza della salute orale in questi pazienti», conclude José López, coordinatore dello studio.
In sintesi, è essenziale controllare sempre lo stato generale di salute delle gengive allo scopo di rilevare eventuali segni premonitori del diabete. Ecco alcuni sintomi che possono far pensare a iperglicemia e diabete:
Gengive infiammate e rosse
Sanguinamento durante la pulizia con lo spazzolino
Alito cattivo persistente
Restringimenti gengivali
Presenza di pus attorno al bordo gengivale
Mobilità di uno o più denti
Colletti dentali ridotti
Fonti scientifiche
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