Salute
Ultraprocessati: il nuovo nemico della salute pubblica
Secondo l’epidemiologo brasiliano Carlos Monteiro, i cibi ultraprocessati meritano una tassazione severa e campagne di sensibilizzazione simili a quelle contro il tabacco in quanto altamente dannosi per la salute
Carlos Monteiro, epidemiologo brasiliano e professore emerito dell’Università di San Paolo, non ha dubbi: i cibi ultraprocessati rappresentano una minaccia grave e crescente per la salute pubblica globale. In una recente intervista al Guardian, Monteiro ha sottolineato come questi alimenti, prodotti da grandi multinazionali con strategie di marketing aggressive, stiano diventando un problema diffuso e pericoloso, al pari del tabacco.
I danni alla salute dei cibi ultraprocessati
Monteiro ha dedicato gran parte della sua carriera a studiare gli effetti nocivi dei cibi ultraprocessati. Gli studi, pubblicati anche sul British Medical Journal, evidenziano ben 32 effetti dannosi per la salute, tra cui un aumento significativo del rischio di malattie cardiache, tumori, diabete di tipo 2, obesità e problemi di salute mentale. Questi alimenti stanno progressivamente sostituendo i cibi freschi e nutrienti nelle diete globali, contribuendo alla pandemia dell’obesità e peggiorando la qualità complessiva della dieta.
Necessità di campagne di sensibilizzazione e tassazione
Secondo Monteiro, è cruciale adottare misure forti per combattere la diffusione dei cibi ultraprocessati. Suggerisce campagne di sensibilizzazione simili a quelle contro il tabacco, che mettano in luce i rischi per la salute associati al consumo di questi alimenti. Inoltre, propone di introdurre avvertenze chiare e visibili sulle confezioni, come avviene per le sigarette, per informare i consumatori dei pericoli.
Monteiro sostiene anche la necessità di una tassazione severa su questi prodotti. Le entrate derivanti da tale tassa potrebbero essere utilizzate per sovvenzionare alimenti freschi e sani, rendendoli più accessibili alle persone. Inoltre, sarebbe opportuno limitare drasticamente le pubblicità di cibi ultraprocessati, in particolare nei contesti scolastici, dove dovrebbero essere completamente banditi.
Un problema che colpisce i più vulnerabili
Un aspetto particolarmente preoccupante è l’impatto sproporzionato che i cibi ultraprocessati hanno sulle comunità economicamente svantaggiate e marginalizzate. Studi recenti, come quello condotto dal Comitato di Vigilanza Popolare sui Diritti Umani in India, mostrano che una grande percentuale di consumatori abituali di cibi ultraprocessati proviene da comunità povere e meno istruite. Queste persone spesso non hanno alternative salutari accessibili e sono maggiormente esposte ai rischi per la salute.