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Pelle artificiale: avanguardia nella ricostruzione e tecnologia biomedicale

Un passo avanti nella medicina rigenerativa grazie a innovazioni pionieristiche dalla Tsinghua University e dall’Università di Padova. Pelle artificiale 3D emula sensazioni umane.

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Pelle artificiale: avanguardia nella ricostruzione e tecnologia biomedicale

La medicina rigenerativa ha compiuto un salto evolutivo significativo grazie a una recente innovazione presentata da un team di ricercatori della Tsinghua University di Pechino. La nuova tecnologia, denominata 3DAE-Skin, rappresenta una pelle elettronica tridimensionale che emula la meccanosensazione umana, ossia la capacità di percepire stimoli tattili come pressione e vibrazioni. Questo straordinario avanzamento è stato elogiato da Vincenzo Vindigni, chirurgo plastico e esperto di ingegneria tissutale presso l’Università di Padova, come “l’avanguardia nel settore“.

La rivoluzione della 3DAE-Skin

L’innovazione della 3DAE-Skin consiste nella sua capacità di imitare la struttura e la funzione della pelle umana grazie all’uso di componenti elettronici e intelligenza artificiale. Questa pelle artificiale riproduce fedelmente la disposizione spaziale delle cellule di Merkel e delle terminazioni di Ruffini, che rispettivamente registrano la pressione e lo stiramento esercitati sulla cute. Questo livello di precisione permette di replicare il senso del tatto in maniera molto simile a quello naturale, aprendo nuove frontiere per le protesi bioniche e la riabilitazione dei pazienti con arti amputati.

La pelle elettronica

Secondo Vindigni, la pelle elettronica non è solo una rivoluzione tecnologica ma anche un potenziale strumento clinico. La possibilità di integrare la 3DAE-Skin con le protesi bioniche offre ai pazienti amputati la capacità di percepire le microvibrazioni dell’ambiente circostante, migliorando notevolmente la qualità della vita e la funzionalità delle protesi stesse.

Applicazioni cliniche della pelle artificiale

La pelle artificiale non si limita solo alle protesi bioniche. In ambito clinico, prodotti di ingegneria tissutale come induttori dermici sono già utilizzati per trattare ustioni, ferite croniche e ulcere. Questi costrutti, spesso realizzati in doppio strato con un primo strato biologicamente attivo e un secondo strato in silicone, accelerano il processo di guarigione e riducono il rischio di infezioni e il dolore post-operatorio.

Innovazioni e sfide future

La ricerca nella pelle artificiale si espande continuamente, puntando alla creazione di tessuti biomimetici che riproducono fedelmente l’architettura della cute umana. All’Università di Padova, ad esempio, sono in corso studi che utilizzano stampanti 3D per realizzare strutture di collagene che mimano la pelle naturale. Nonostante i progressi, rimangono alcune sfide significative, come il riassorbimento del materiale impiantato e il rischio di infezioni. La soluzione a questi problemi potrebbe risiedere nello sviluppo di biomateriali avanzati e di tecniche di isolamento più efficaci.

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