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Salute

OMS lancia l’allarme: si rischia ondata long Covid in tutto il mondo

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia l’allarme: rischiamo una vera e propria ondata di long Covid, ovvero della sindrome post-Covid caratterizzata da un insieme di sintomi che perdurano per diversi mesi. Per tale motivo l’OMS ha deciso di organizzare alcuni contri con medici, virologi, esperti di malattie infettive e pazienti. Lo scopo è quello di definire al meglio i confini clinici del Long Covid e trovare la migliore strategia di trattamento.

Covid, più vittime di quelle che sembrano

Secondo i dati dell’Università Johns Hopkins, risultano quasi due milioni e mezzo di vittime da Covid in tutto il mondo, di cui oltre 93mila solo in Italia. I contagi, invece, avrebbero raggiunto quota 108 milioni (2,7 soltanto in Italia). E se i numeri sembrano preoccupanti, in realtà è peggio di ciò che sembra perché gli individui asintomatici che non si sottopongono a test sono tantissimi. Senza considerare che inizialmente erano molte le persone che presentavano sintomi insospettabili – tra cui anche infarto, dermatiti, sindromi cognitive – che non venivano associate al Covid. Il che significa che i casi reali sono molti di più di quelli rilevati dalle statistiche ufficiali. Dato preoccupante se si pensa che molti di questi pazienti potrebbero sviluppare la cosiddetta sindrome post-Covid.

Cos’è la sindrome long Covid?

E’ una sindrome caratterizzata dai sintomi più disparati: stanchezza, astenia, inappetenza, dolori diffusi, nebbia cerebrale, problemi cognitivi, alterazioni della memoria, difficoltà respiratoria, ansia eccetera. Nessuno sa, tuttavia, quale sia effettivamente la causa. Se in qualche modo è il virus che continua a danneggiare l’organismo persistendo in maniera latente oppure se è una risposta dell’organismo in seguito a un suo precedente attacco. «Questa malattia colpisce i pazienti con Covid-19 sia grave che lieve. Parte della sfida è legata al fatto che i pazienti con Long COVID potrebbero avere una serie di sintomi diversi che possono essere persistenti o che possono andare e venire», ha dichiarato il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, biologo, immunologo e politico etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus. Uno studio condotto dall’University College of London ha messo in evidenza come il 96% delle persone contagiate aveva sviluppato almeno un sintomo dopo 3 mesi. L’80% dopo sei mesi. Una percentuale leggermente inferiore (70%) ha dichiarato di provare malessere in seguito a sforzi e ben il 55% alterazioni cognitive. La metà dei pazienti si è vista costretta a dimezzare gli orari di lavoro e 1/5 di loro non ha più potuto riprendere la propria routine lavorativa quotidiana. In due parole: il long Covid potrebbe provocare un impatto elevatissimo a livello sociale ed economico.

Qual è la causa del Long Covid?

«Non sappiamo davvero cosa stia causando questi sintomi. Questo è uno degli obiettivi principali della ricerca in questo momento. Ci chiediamo se si tratti di qualcosa di specifico per la COVID stessa – e dunque se sia il coronavirus a innescare questi sintomi – o se la condizione possa essere parte di una sindrome post-virale generale», ha dichiarato Allison Navis, docente della Icahn School of Medicine at Monte Sinai. L’esperta ha anche sottolineato che l’età media delle persone prese in esame durante lo studio era di 40 anni. Ciò significa che tutti gli adulti sono potenzialmente a rischio Long Covid. È dunque urgente cercare di trovare il prima possibile una soluzione per fronteggiare non solo la pandemia ma anche gli strascichi che ne derivano.

Fonti scientifiche

Characterizing Long COVID in an International Cohort: 7 Months of Symptoms and Their Impact – Hannah E. Davis, Gina S. Assaf, Lisa McCorkell, Hannah Wei,  View ORCID ProfileRyan J. Low,  View ORCID ProfileYochai Re’em, Signe Redfield,  View ORCID ProfileJared P. Austin,  View ORCID ProfileAthena Akrami

doi: https://doi.org/10.1101/2020.12.24.20248802

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