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Salute

Neppure le visiere ci proteggono dal coronavirus. Ecco il video che lo dimostra

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Proteggersi dal Coronavirus non è affatto semplice. Tutti indossiamo le mascherine quando entriamo in contatto con gli altri, mentre alcune persone utilizzano persino apposite visiere che – teoricamente – dovrebbero offrire protezione maggiore. Ma secondo un recentissimo studio pubblicato su Physics of Fluids neppure queste possono scongiurare il rischio di contagio. E un video ce lo dimostra.

Visiere anti-covid, sono efficaci?

Le visiere in plastica possono proteggerci dal Covid? Purtroppo, no. A sostenerlo è un team di ricerca giapponese guidato dal professor Fujio Akagi che è stato in grado di dimostrare – attraverso un video – cosa accade quando una persona starnutisce nei pressi di una persona protetta da una visiera anti – Covid. Gli starnuti, infatti, provocano un fenomeno fluido che sostanzialmente è un vortice ad anello. «Un vortice ad anello è un vortice a forma di ciambella che viene generato da un’espulsione istantanea di fluido da un orifizio circolare. Questo somiglia agli anelli di bolle che producono i delfini», spiega Akagi.

Covid, vortici ad anelli e visiere in plastica

I vortici ad anello possono catturare particelle microscopiche in seguito allo starnuto di una persona. Ma cosa accade se chi possiede una visiera in plastica viene a contatto con una persona infetta che si trova a un metro di distanza? «Gli anelli vorticosi generati dallo starnuto catturano le goccioline microscopiche all’interno dello starnuto e le trasportano ai bordi superiore e inferiore della visiera», continua Akagi. Le goccioline sono in grado di viaggiare rapidamente verso la persona che indossa la visiera, raggiungendola dopo soli 0,5 – 1 secondo dall’inizio dello starnuto. «Se questo tempo di arrivo è sincronizzato con l’inalazione, chi indossa la visiera inalerà le goccioline».

Visiere e Covid, le scoperte dei ricercatori

Gli scienziati hanno fatto, sostanzialmente, tre scoperte:

  • le goccioline di starnuti vengono trasportate non solo dal flusso d’aria ad alta velocità causato dagli starnuti, ma anche dagli anelli vorticosi generati dallo starnuto.
  • Le goccioline microscopiche trasportate dai vortici ad anello possono entrare nella visiera attraverso i bordi superiori e inferiori.
  • Le protezioni per il viso, se usate da sole, non sono molto efficaci per prevenire l’infezione da COVID-19.

Il video

Ecco i video realizzati dagli scienziati che dimostrano come si muovono le particelle dopo essere state espulse attraverso uno starnuto:

Come proteggersi dal Covid, quindi?

L’unica soluzione, a detta dei ricercatori, è quella di migliorare le protezioni attualmente in uso riducendo il flusso che entra dalla visiera. «Attualmente stiamo sviluppando e dimostrando diversi scudi migliorati. Vogliamo contribuire a mantenere le persone al sicuro dalle infezioni e crediamo che un giorno, nel prossimo futuro, gli operatori sanitari saranno in grado di prevenire l’infezione utilizzando solo uno schermo facciale e una maschera normale o, idealmente, solo con uno schermo facciale», concludono gli scienziati.

Fonti scientifiche

Effect of sneezing on the flow around a face shield,” is authored by Fujio Akagi, Isao Haraga, Shin-ichi Inage, and Kozaburo Akiyoshi. It will appear in Physics of Fluids on Dec. 8, 2020 (DOI: 10.1063/5.0031150).

2 Commenti

1 Commento

  1. Ciccio in grassia

    10 Dicembre 2020 at 23:51

    Hahahahahahadavvero??! Noooo non mi dire…
    Demenziali. Scusa ma un lavoro non potresri trovartelo

  2. Roberto Mariotti

    11 Dicembre 2020 at 10:37

    Non rimane che lo scafandro da palombaro…
    Ma scusate, il virus ha girato da settembre 2019 fino a tutto febbraio 2020 (SEI mesi) senza alcunissima protezione; e quindi come mai non siamo morti tutti in quei sei mesi?
    Secondo me l’unica protezione integrale è lo scafandro da palombaro o meglio ancora la tuta da astronauta. Soluzioni non propriamente “pratiche”, per dirla con un eufemismo.
    Altrimenti ci limitiamo a qualcosa di ragionevole, che riduca un po’ il rischio, ma senza pretendere la sicurezza “totale”.

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