Salute
Gli interferenti endocrini aumentano il rischio di cancro al seno. Ecco dove si trovano
L’alterazione del sistema endocrino umano può portare a tutta una serie di spiacevoli conseguenze sulla salute. Tra queste anche il tanto temuto cancro al seno. Malattia che, ricordiamo, può svilupparsi anche nei soggetti di sesso maschile. Lo studio – che conferma un’ipotesi già avanzata da tempo – è stato condotto dagli scienziati delle università di Hong Kong e della Finlandia orientale e pubblicata su Critical Reviews in Food Science and Nutrition.
Interferenti endocrini e cancro
Alcune sostanze – naturali e non – possono alterare il sistema endocrino e, di conseguenza, il sistema ormonale. Tali componenti si trovano un po’ ovunque: nei plastificanti (BISFENOLO), nei pesticidi, nei prodotti farmaceutici ma anche nell’ambiente, nel cibo e nell’acqua del rubinetto. Maggiore è la quantità di interferenti endocrini provenienti da diverse fonti, maggiore sarà il rischio di sviluppare cancro al seno. Alcuni interferenti endocrini sono anche in grado di imitare gli estrogeni e vengono denominati xenoestrogeni. Questi sono implicati nello sviluppo del cancro al seno. Si trovano nella maggior parte dei pesticidi, nei prodotti chimici (inclusi farmaci), nei fitoestrogeni e nelle micotossine.
Maggiore vulnerabilità agli interferenti endocrini
Come sempre accade, la malattia è strettamente associata alla vulnerabilità di una persona a determinate sostanze. E’ il caso (anche) degli interferenti endocrini (EDC) e del loro ruolo nella comparsa del cancro al seno. Durante lo studio revisionale, gli scienziati hanno notato che il DDT – oggi vietato – è uno degli EDC maggiormente coinvolti nel rischio cancro al seno. Ci sono poi anche i policlorobifenili o PCB. Si stratta di un gruppo di composti utilizzati nei dispositivi elettrici e rivestimenti superficiali. 19 studi tra quelli osservati dai ricercatori hanno evidenziato un collegamento con il cancro al seno. Anch’essi, come il DDT, si accumulano nel tessuto adiposo e nella catena alimentare e possono essere escreti nel latte materno.
Alimenti, pentole e inquinanti correlati al rischio cancro al seno
Anche l’acido perfluoroottanoide (PFOA) utilizzato per anni nella maggior parte delle pentole anti-aderenti è stato collegato con la comparsa di cancro al seno. DDT, PCB e PFOA sono sostanze POP ovvero inquinanti organici persistenti, il cui utilizzo è strettamente regolamentato. DDT e PCB sono vecchie sostanze POP e i loro livelli nell’ambiente stanno diminuendo. Il PFOA, al contrario, è una nuova sostanza POP. I fitoestrogeni invece, sono stati trovati utili in alcuni, ma non in tutti gli studi. E’ importante sottolineare che i fitoestrogeni sono sostanze vegetali utilizzate anche nella prevenzione del cancro al seno. Per esempio, la genisteina è un fitoestrogeno presente nei prodotti a base di soia. La revisione comprendeva 29 studi epidemiologici incentrati sulla genisteina, 18 dei quali la collegavano a un minor rischio di cancro al seno, sebbene alcuni solo in determinati gruppi di età o popolazioni.
Ftalati, Bisfenolo e cancro al seno
Gli ftalati e il bisfenolo A (BPA), sostanze che troviamo negli imballaggi di plastica (compresi quelli per alimenti) possono essere trasferiti ai cibi. Ben quattro studi su sei collegavano gli ftalati a un aumento del rischio di cancro al seno. Mentre il BPA è stato collegato a tumori più aggressivi in uno studio, ma altri due studi epidemiologici non hanno trovato alcun collegamento con il cancro al seno.
Parabeni e contraccettivi orali
I parabeni sono dei conservanti molto comuni e si trovano sia negli alimenti che nei prodotti cosmetici. L’unico studio epidemiologico sull’argomento ha riportato un legame tra l’esposizione ai parabeni, il rischio di cancro al seno e la mortalità a seguito di cancro al seno. L’uso di contraccettivi orali era collegato a un aumento del rischio di cancro al seno in sette studi epidemiologici su otto, ma c’erano controversie su come la durata o l’interruzione dell’uso di contraccettivi orali influisse sul rischio.
Micotossine e rivestimenti per mobili
Anche le micotossine da tempo sono sospettate di un maggior rischio di cancro al seno (sono prodotte da alimenti e muffe coltivate) alla stregua di alcuni erbicidi come atrazina e il PBDE usato nei rivestimenti dei mobili e negli elettrodomestici. Tuttavia, gli studi epidemiologici sui loro legami con il rischio di cancro al seno sono ancora scarsi e spesso incoerenti. La revisione suggerisce anche che i genotipi potrebbero determinare se l’esposizione all’EDC influisce sul rischio di cancro al seno e sono necessarie ulteriori ricerche su questo argomento. «Un esempio è il polimorfismo del gene CYP1A1, responsabile del metabolismo degli estrogeni». Potrebbero essere quindi d’aiuto il sequenziamento del genoma, la proteomica o l’epigenomica per identificare nuovi biomarcatori associati alla malattia. «Queste tecnologie apriranno anche la strada a una migliore valutazione dell’esposizione passata e alla previsione dei rischi futuri, tenendo conto del profilo genetico di un individuo».
Fonti scientifiche
Murphy Lam Yim Wan, Vanessa Anna Co, Hani El-Nezami. Endocrine disrupting chemicals and breast cancer: a systematic review of epidemiological studies. Critical Reviews in Food Science and Nutrition, 2021; 1 DOI: 10.1080/10408398.2021.1903382
Review summarizes known links between endocrine disruptors and breast cancer risk – Exposure to certain endocrine-disrupting chemicals could elevate the risk of breast cancer, according to a new comprehensive systematic review of epidemiological research. However, for many chemicals, evidence is inconsistent or still limited. – UNIVERSITY OF EASTERN FINLAND
Pingback: Tumore al seno: si aprono nuove strade e nuove opportunità di guarigione | Salute Network