Malattie infettive
Zecche, sempre più morsi e infezioni in Italia. Sintomi e cosa fare per difendersi
Aumentano i casi di infezioni trasmesse dalle zecche, alla base – probabilmente – il cambio del clima. Ecco come riconoscere i sintomi e intervenire in caso di urgenza
I casi di Malattia di Lyme in Europa sono più che raddoppiati nell’ultimo decennio e, secondo le stime, quelli causati dalle infezioni contratte all’estero sono triplicati. I malati sono oggi così tanti che le autorità sanitarie lanciano l’allarme. La causa sono le zecche, che pare anch’esse non solo sono aumentare a dismisura di numero, ma sono diventate anche più ‘cattive’. Il rischio, come detto, è quello di contrarre un’infezione che, a sua volta, causa la malattia potenzialmente mortale.
Zecche, una puntura fatale
A diffondere la malattia di Lyme nell’essere umano sono le zecche infette. Questi piccoli parassiti si nutrono del sangue di esseri umani e animali. Il loro habitat sono le aree boschive ed erbose – specie dove l’erba è alta. Ma si trovano spesso attaccate ad animali che pascolano come pecore e capre o animali domestici come cani e gatti. Quando si viene punti da una zecca c’è appunto il rischio di contrarre la malattia di Lyme, che è più facile da trattare se viene diagnosticata precocemente. Il problema è che spesso questo non avviene e un trattamento tardivo o non eseguito del tutto può essere letale. Tra le varie complicazioni della malattia ci sono la meningite virale, la paralisi facciale e di altre parti del corpo, danni anche irreparabili ai nervi e artrite.
Serve più informazione per prevenire i morsi delle zecche
Secondo le autorità sanitarie, per combattere seriamente il problema serve più informazione al riguardo e più consapevolezza dei rischi che si corrono quando si frequentano aree boschive o campi incolti. Nonché quando si ha a che fare con animali parassitati. Poi, non sono rari neanche i casi di zecche presenti in piccoli giardini.
Zecche, i sintomi della malattia di Lyme
Nonostante l’infezione della malattia di Lyme possa essere provocata da una piccola percentuale di zecche – ossia soltanto da quelle che ne sono già infette – è fondamentale rimuovere subito l’insetto dalla zona che sia stata attaccata. Se, dopo aver rimosso la zecca, si manifestano alcuni sintomi di malessere è bene rivolgersi subito al medico, facendo presente di essere stati punti da una zecca. Secondo quanto riportato dai siti sanitari, chi presenta la malattia di Lyme in fase iniziale sviluppa un’eruzione circolare sul luogo della puntura di zecca, che di solito appare circa da 3 a 30 giorni dopo essere stati morsi. Questo rash è noto come eritema migrante o ‘occhio di bue’. L’eruzione ha in genere un diametro di circa 15 cm, ma può essere anche più grande o più piccola. Le eruzioni cutanee possono anche presentarsi in diverse parti del corpo, e non solo dove si è stati punti. E’ tuttavia importante sapere che un terzo delle persone infettate non sviluppa l’eruzione cutanea, per cui è più difficile vengano diagnosticate in tempo. I primi sintomi evidenti dopo una puntura sono un malessere simile a quello dell’influenza, con dolori muscolari, febbre, brividi, mal di testa, stanchezza generale. Se la malattia non viene identificata in tempo, possono svilupparsi sintomi più gravi, che si manifestano anche diverse settimane se non mesi dopo la puntura della zecca.
Come rimuovere le zecche
Gli esperti spiegano che le zecche possono essere rimosse dalla zona in cui si sono attaccate utilizzando dell’alcool denaturato e un paio di pinzette. Prima si bagna la zecca con un batuffolo di cotone imbevuto di alcol, in modo da stordirla e far sì che per un momento molli un po’ la presa (qualcuno tuttavia sconsiglia questo passaggio). Dopo di che, con le pinzette a punta fine, si stringa la zecca il più vicino possibile alla cute cui è attaccata. Poi si tira non troppo forte per evitare che la testa e gli artigli rimangano conficcati nella pelle. Subito dopo lavare bene la pelle e disinfettare.