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Vaccino contro il Coronavirus, a che punto siamo?

I primi test effettuati sull’uomo: ecco a che punto siamo e quando si prevede di avere a disposizione un vaccino che ci permetta di tornare alla nostra vita normale

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Coronavirus vaccino

Al momento non esistono né cure realmente valide né vaccino. Non abbiamo nessun metodo per combattere il Coronavirus se non quello del distanziamento sociale. In modo molto simile ai periodi di guerra – quando le persone che potevano si chiudevano nei bunker per sopravvivere ai bombardamenti – noi possiamo chiuderci in casa per evitare di essere contagiati. Ma una speranza che la situazione possa migliorare ancora esiste ed è la creazione di un nuovo vaccino. Dalla Cina al Regno Unito la sfida è enorme. Ma a che punto siamo, davvero, con la sperimentazione dei vaccini?

L’iter è lunghissimo

In condizioni normali – e non di emergenza – l’iter per mettere a punto un farmaco e renderlo disponibile è molto lungo. Si parla di sei studi di cui due preclinici e quattro clinici. Ci vogliono anni, quindi, affinché un vaccino possa essere tesato e approvato. Va da sé che in questo momento molti passaggi potrebbero essere annullati: per ritornare alla vita normale abbiamo urgentemente bisogno di avere un vaccino che funzioni bene.  La possibilità di ottenerlo prima della fine dell’anno, tuttavia, è quasi nulla. Senza considerare il fatto che inizialmente potrebbe essere disponibile solo per alcune persone.

Il rischio di mettere in commercio un vaccino troppo velocemente

Mettere a punto un vaccino troppo velocemente saltando le fasi pre-cliniche e andando subito alle cliniche – quelle sugli esseri umani per intebnderci – è quello di non accorgersi di eventuali effetti collaterali che si presentano a medio e lungo termine. Senza considerare il fatto che il virus muta molto velocemente e il vaccino che viene sviluppato oggi potrebbe non essere attivo per tanto tempo. Secondo Nabarro, membro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e professore dell’Imperial College, è necessaria molta prudenza nello sviluppo del vaccino proprio in considerazione del fatto che il suo elevato tasso di mutazione potrebbe rendere il farmaco completamente inefficace.

La prima a sperimentare il vaccino

Il suo nome è Elisa Granato, ed è una studiosa di microbiologia presso l’Università di Oxford. E’ stata la prima a farsi inoculare un vaccino sperimentale formulato dalla stessa università: il Chadox1 nCoV-19. L’iniezione, avvenuta nel giorno del suo compleanno, è stata eseguita in diretta tv sulla BBC. Due giorni dopo aver inoculato il vaccino Granato ha scritto su Twitter: «Sto benissimo finora, e il team sta facendo un lavoro fantastico nel seguirci e sostenere tutti i partecipanti». «Sono una scienziata e volevo dare il mio sostegno a un progetto scientifico. Personalmente nutro un certo grado di fiducia su questo vaccino». Il test è condotto in partnership tra l’università di Oxford e l’azienda Advent-Irbm di Pomezia.

Com’è fatto il vaccino?

Il Chadox1 nCoV-19 contiene una parte del genoma del Coronavirus inserito, però, in un virus diverso (un adenovirus per l’esattezza) e non nocivo. Ciò che si augurano gli scienziati è che attivi il sistema immunitario per proteggere le persone dal Covid-19. Il Coronavirus possiede delle proteine spike che permettono al virus di infettare le cellule umane. Il vaccino incorpora solo questa parte (esterna) del covid-19 allo scopo di insegnare al corpo umano a riconoscere le spike e difendersi adeguatamente in caso di attacco. «Non verrò infettata di proposito col Covid-19, lo studio punta alla produzione di anticorpi, al di là degli eventuali effetti collaterali, come leggeri stati influenzali, e alla copertura immunitaria nel mondo reale nei prossimi mesi», spiega Granato.

Le fake news

Intorno a questa notizia sono già state diffuse parecchie fake news che parlerebbero della morte di Elisa Granato. Decesso, ovviamente, causato dal vaccino. Inutile dire che la ricercatrice, una volta che ha appreso la notizia ha cercato di sdrammatizzare: «Non c’è niente di meglio che imbattersi in un falso articolo sulla propria morte. Sto bene. Non condividete questo pezzo, non vogliamo dare attenzione né regalare clic a persone del genere».

Gli altri vaccini in sperimentazione: In Germania

E’ il Paul Ehrlich Institut a sperimentare il vaccino denominato BNT 162. I test verranno condotti su 200 volontari in buona salute di età compresa fra i 18 e 55 anni. Dopo averne valutato dosi e grado di sicurezza verrà inoculato su soggetti ad alto rischio.

Gli altri vaccini in sperimentazione: in Cina

La sperimentazione clinica cinese è a cura della Cansino Biologics. ll test, già in fase avanzata, ha coinvolto 500 partecipanti. Tutti in buona salute e maggiorenni. Metà di loro riceverà un dosaggio medio, l’altra metà  basso e placebo. Gli scienziati valuteranno la risposta immunitaria a sei mesi dalla prima somministrazione. 

Gli altri vaccini in sperimentazione: in USA

Il vaccino Ino-4800 è stato ideato da Inovio Pharmaceuticals e sostenuto dalla Fondazione Bill e Melinda Gates. I volontari allo studio, per il momento, sono solo 40. Il termine dello studio è previsto per la fine di novembre. Un altro vaccino, in sperimentazione su 45 adulti, è stato prodotto dall’istituto coordinato da Anthony Fauci. L’idea è quella di codificare la proteina Spike del Coronavirus stimolando il sistema immunitario. Lo studio verrà completato intorno a giugno 2021.

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