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Crisi delle scorte di farmaci in Italia

La carenza cronica di farmaci in Italia sta mettendo a rischio la salute dei pazienti, con medicinali salvavita venduti in Svizzera a prezzi molto più alti. Le cause includono export parallelo e problemi di approvvigionamento

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Crisi delle scorte di farmaci in Italia
Farmaci in blister (©depositphotos)

La carenza di farmaci in Italia non è una novità, ma negli ultimi tempi il fenomeno ha assunto proporzioni allarmanti, mettendo a rischio la salute di migliaia di pazienti. Da nord a sud, molte farmacie italiane si trovano costantemente a fare i conti con scaffali vuoti e una domanda insoddisfatta. Se da un lato le autorità cercano di arginare il problema, dall’altro si assiste a un fenomeno sconcertante: alcuni di questi farmaci scarsi in Italia sono facilmente reperibili in Svizzera, ma a prezzi sensibilmente più alti.

Il paradosso dei prezzi in Svizzera

Questa disparità mette in luce un paradosso evidente: medicinali salvavita che dovrebbero essere accessibili a tutti, soprattutto ai più vulnerabili, vengono venduti all’estero a costi proibitivi. Farmaci essenziali per malattie croniche, oncologiche o cardiovascolari, come gli antitumorali o i medicinali per l’ipertensione, si trovano in Svizzera anche a dieci volte il prezzo italiano. Questo porta molti italiani, soprattutto quelli che vivono nelle regioni di confine, a considerare l’acquisto oltre frontiera come una necessità, nonostante il sacrificio economico.

Le dinamiche del mercato farmaceutico globale

Il fenomeno della “fuga dei farmaci” è legato anche alle dinamiche del mercato farmaceutico globale. Le aziende farmaceutiche sono incentivate a vendere i loro prodotti in Paesi dove il margine di profitto è più elevato, come la Svizzera, a discapito di mercati come quello italiano, dove i prezzi sono regolamentati dallo Stato per garantire l’accessibilità. Ciò crea una distorsione che rende più vantaggioso per le aziende farmaceutiche esportare piuttosto che vendere sul mercato interno.

Le cause della crisi delle scorte

Ma cosa alimenta la crisi delle scorte in Italia? Le cause sono molteplici: dalla scarsità delle materie prime all’aumento della domanda, passando per le difficoltà logistiche e le interruzioni nella catena di approvvigionamento globale, aggravate dalla pandemia di COVID-19. Tuttavia, molti esperti sottolineano che uno dei principali fattori è proprio l’export parallelo: i distributori preferiscono esportare medicinali verso Paesi dove possono ottenere prezzi più elevati, piuttosto che distribuirli sul territorio nazionale.

Le conseguenze per i pazienti italiani

Le conseguenze per i pazienti italiani sono drammatiche. Molti si trovano costretti a cercare alternative terapeutiche, che non sempre sono altrettanto efficaci, o a ritardare trattamenti vitali. Per i malati cronici, ogni interruzione nel regime farmacologico può comportare gravi rischi per la salute.

Le istituzioni italiane hanno già messo in atto alcune misure per contrastare la carenza di farmaci, come l’inasprimento delle regole sull’export parallelo e l’obbligo per le aziende di garantire una certa quantità di scorte per il mercato interno. Tuttavia, queste azioni non sembrano essere sufficienti. È necessario un intervento più incisivo e coordinato a livello europeo per garantire che i medicinali restino accessibili a tutti i cittadini, indipendentemente dal Paese in cui vivono.

La crisi delle scorte farmaceutiche è un problema complesso che richiede soluzioni rapide e concrete. In attesa di una risposta più efficace da parte delle autorità, la situazione in Italia resta critica, mentre i prezzi oltre confine continuano a crescere, alimentando disuguaglianze che mettono a rischio il diritto fondamentale alla salute.

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