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Ammiccare, sbattere o strizzare gli occhi: perché accade e cosa avviene mentre lo fai

Ammiccare, strizzare o sbattere gli occhi: tutti sinonimi di un unico gesto che ha un motivo di essere, spiegato dagli scienziati

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Sbattere gli occhi

Quando ammicchiamo o strizziamo gli occhi, il nostro cervello attiva un sistema automatico che consente di stabilizzare la nostra visione, rimanendo concentrati su ciò che stiamo osservando. Ecco il motivo per cui non vediamo il buio intermittente

Quando chiudiamo gli occhi vediamo il buio. Questo lo sappiamo tutti. Ciò che fino a ieri non si sapeva, però, è perché se ammicchiamo (sbattiamo gli occhi o li strizziamo) non vediamo il buio (o la luce) in maniera intermittente. Tutto ciò è molto strano e, apparentemente, non sembra rispondere alle ferree regole naturali. Alcuni scienziati giapponesi, tuttavia, sono riusciti – per la prima volta – a fornire una spiegazione scientifica.

Un grande sforzo cerebrale

Secondo scienziati di Singapore, il fatto che durante l’ammiccamento non vediamo il buio in maniera intermittente è dovuto a un grande lavoro del nostro cervello. Esso, infatti, tenta di stabilizzare la nostra visione evitando che l’ambiente circostante divenga oscuro e irregolare in seguito al movimento continuo.

Perché ammicchiamo o strizziamo gli occhi

Se il gesto è per lo più involontario, in linea di massima ha lo scopo di proteggere i nostri occhi da sostanze irritanti promuovendone la lubrificazione. Tuttavia, mentre eseguiamo il movimento i nostri occhi ruotano all’interno delle nostre orbite e non sono sempre riescono a tornare all’esatto punto di partenza. Pare che sia proprio questo disallineamento a indurre al cervello di attivare i muscoli oculari allo scopo di riallineare la visione.

Lo studio

Per comprendere il meccanismo che sta dietro a un semplice battito di ciglia, i ricercatori hanno reclutato un gruppo di giovani adulti. A loro è stato chiesto di sedersi in una stanza buia per periodi piuttosto lunghi fissando uno schermo. In quel frangente erano state posizionate delle telecamere a raggi infrarossi che erano in grado di monitorare i movimenti oculari in tempo reale e con precisione. Dallo studio è emerso che la posizione dei loro muscoli oculari variava a ogni ammiccamento. Dopo circa 30 movimenti il sistema oculomotore cerebrale è stato in grado di riposizionare la linea di visione allo stato iniziale.

Riposizionamento automatico

In sostanza, i ricercatori sono riusciti a dimostrare che quando gli occhi si aprono e chiudono ripetutamente, il nostro cervello cerca di riposizionare i bulbi oculari in maniera che possano essere in grado di continuare a concentrarsi su ciò che si stava osservando in precedenza.

Muscoli troppo poco precisi…

«I nostri muscoli oculari sono molto lenti e imprecisi, ecco perché il cervello ha bisogno di adattare costantemente i propri segnali motori allo scopo di assicurarsi che i nostri occhi siano rivolti su ciò che stavamo osservando», spiega Gerrit Maus, professore presso la Nanyang Technological University di Singapore.

Cervello estremamente preciso

Se da un lato i muscoli oculari non hanno la precisione che tutti ci aspettiamo, dall’altro il cervello è in grado di sopperire al problema correggendo gli errori. «I nostri risultati suggeriscono che il cervello misura la differenza di ciò che vediamo, prima e dopo un battito di ciglia, e comanda i muscoli oculari per apportare le correzioni necessarie», conclude Maus.

Lo studio è stato pubblicato su Current Biology.

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