Cardiologia
Gonfiore addominale, stanchezza e gambe gonfie: e se fosse insufficienza cardiaca?
I sintomi spesso insospettabili dell’insufficienza cardiaca: come riconoscerli e le cure
Ci sono sintomi che ben evidenziano la patologia di cui siamo affetti, altri che – al contrario – manifestano segnali del tutto atipici per cui è molto complicato fare una diagnosi. Per esempio se abbiamo disturbi di stomaco, gonfiore addominale e stanchezza presentiamo sintomi che non fanno parte di una malattia ben distinta. Tutto ciò, inoltre, potrebbe addirittura non essere collegato in alcun modo a problemi dell’apparato digerente. Al contrario, in alcuni casi potrebbe trattarsi di un disturbo cardiaco. Ecco come capire di quale problema si tratta.
Insufficienza cardiaca: cos’è
L’insufficienza cardiaca è una patologia caratterizzata dall’incapacità del cuore di fornire una corretta quantità di sangue. Ciò comporta un ridotto apporto di ossigeno e nutrimento rispetto alle normali esigenze dell’organismo. Il problema può interessare sia il ventricolo sinistro che, di riflesso, quello destro. Tra le cause più comuni ci sono l’infarto, l’ipertensione le valvulopatie e le cardiomiopatie. Il mancato apporto di sangue a lungo andare potrebbe anche causare danni a vari organi come cervello, fegato e reni.
Gonfiore, edemi e insufficienza cardiaca
Quando il sangue viene pompato dal cuore in caso di insufficienza cardiaca, diviene più lento e inefficace, apportando minor nutrimento ai vari organi. Tutto ciò, a lungo andare, potrebbe causare una congestione nota come insufficienza cardiaca congestizia. In tale condizioni alcune parti del corpo come il fegato, l’addome e le gambe possono sviluppare edemi e gonfiori.
I sintomi dell’insufficienza cardiaca
«I sintomi più comuni dell’insufficienza cardiaca congestizia sono: mancanza di respiro, gonfiore delle gambe, specialmente la sera, gonfiore dell’addome o ascite, dolore toracico ed eccessiva stanchezza. Questa condizione può essere causata da disturbi come una malattia coronarica, una cardiopatia valvolare o malattia muscolare primaria», ha dichiarato il dottor Ram Anil Raj, cardiologo interventista presso il BGS Gleneagles Global Hospitals. Altri sintomi che si possono evidenziare in caso di insufficienza cardiaca (cronica), sono: tosse persistente, perdita di peso, inappetenza, disturbi digestivi (nausea) e tachicardia. Ma può presentarsi anche una distensione della giagulare, una sensazione di confusione, una ridotta secrezione urinaria, un ingrossamento del fegato e della milza e polso debole.
Essenziale agire d’anticipo sull’insufficienza cardiaca
E’ molto importante agire il più precocemente possibile quando si tratta di malattie di questo genere. Se non trattata velocemente, la condizione, potrebbe infatti causare notevoli danni ai reni al fegato e al cervello. D’altro canto è importante evitare l’alcol e il fumo, due fattori che potrebbero aumentare il rischio e aggravare la situazione.
Cosa fare in caso di insufficienza cardiaca
La terapia può variare da persona a persona e, a seconda della gravità, potrebbe includere farmaci ACE-inibitori, Beta-bloccanti e antagonisti dell’aldosterone. Per migliorare la funzione cardiaca potrebbe anche essere necessario l’utilizzo del CRT (dispositivo di resincronizzazione cardiaca), un dispositivo simile a un pacemaker che fornisce una stimolazione elettrica sincronizzata. Grazie al CRT, quindi, si assiste a un miglioramento della sincronia di contrazione dei due ventricoli. Inoltre, riducendo la pressione cardiaca diminuisce la congestione polmonare.
Marchelli Giuliana
9 Novembre 2021 at 16:52
Buonasera mio papà aveva problemi di disfagia aveva eseguito alla metà di febbraio all’ospedale San Martino di Genova una dilatazione allo stomaco alla fine di febbraio l’hanno dimesso che aveva i piedi gonfi senza prescrivere niente io avevo contattato la gastroenterologa la quale mi comunicò il laxis controllando la pressione lui era molto magro fragile anemico così mi avevano detto i dottori si reggeva in piedi con il deambulatore la pressione era bassa quindi ho ritenuto di non dargli il diuretico ma nessuno mi aveva comunicato che oltre alla disfagia e anemia avesse lo scompenso cardiaco io non l’ho riportato in ospedale e tutto il mese di marzo e metà aprile l’ho tenuto in casa anzi le due settimane di aprile non l’ho fatto scendere dal letto perché era caduto tre volte nonostante in quelle due settimane lui voleva scendere e poi il 13 aprile è mancato per un arresto cardiocircolatorio a 86 anni lui era un uomo forte ha sempre reagito sino a 85 anni guidava ancora la macchina. Verso la fine di marzo volevo riportarlo in ospedale ma sarebbe passato al pronto soccorso per fare un altro tampone e avevo paura che prendesse il covid. Ma se mi avessero detto che aveva problemi al cuore ( io ero convinta che avesse solo problemi allo stomaco) l’avrei riportato in ospedale avrebbe eseguito la cura farmacologica per lo scompenso cardiaco e sarebbe ancora in vita.