Alimentazione
L’olio di palma fa male? 7 cose che forse non sai
Demonizzato dai più, questo grasso vegetale in realtà non è dannoso per la salute come si crede. Il tutto è dimostrato da numerosi studi scientifici. Allora perchè tutti continuano a parlarne male? Ecco i 7 buoni motivi per smettere di avere paura
Odiato, discusso e temuto: l’olio di palma è uno dei grassi vegetali più controversi. Ma siamo proprio sicuri che faccia davvero così male alla salute? È dimostrato che può causare il cancro? I risultati delle ultime ricerche scientifiche potrebbero stupirvi.
Olio di palma, perché si trova nella maggior parte dei prodotti alimentari?
È uno dei grassi più utilizzati dall’industria, e un motivo c’è. Si tratta di un prodotto relativamente economico e molto versatile grazie alla sua composizione che lo rende solido a temperatura ambiente. Il tutto è reso possibile grazie ai suoi grassi saturi, simili all’olio di cocco. Ma mentre quest’ultimo è stranamente osannato dai più, dell’olio di palma tutti hanno paura. Perché?
Olio di palma cancerogeno? Un’opinione, non una certezza
Tutto inizia nella primavera del 2016 quando l’Efsa – l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare – esprime un giudizio negativo nei confronti dell’olio di palma: il suo uso è nocivo per tutti, dice l’Efsa, soprattutto per i bambini. I maggiori imputati sono i cosiddetti glicidil esteri degli acidi grassi (GE), il 3-monocloropropandiolo (3-MCPD) e il 2-monocloropropandiolo (2-MCPD). Ma attenzione: il pericolo, sottolinea sempre l’Efsa, non sta tanto nell’olio di palma in sé quanto nel suo processo di raffinazione, che avviene attorno ai 200 gradi celsius. Detto questo, il rapporto causa-effetto tra olio di palma raffinato e cancro è solo sospetto.
Olio di palma: cosa accade al nostro organismo quando lo ingeriamo?
Durante il processo di digestione di cibi contenenti olio di palma vengono rilasciate due particolari sostanze: il 3-MCPD e il glicidolo, precursore dei GE. Se il primo è stato dichiarato solo un potenziale cancerogeno, per il secondo non vi è ancora nessuna certezza scientifica.
Chi lo dice che è meglio un prodotto senza olio di palma?
Se da un lato il rischio cancro può spaventarci, dall’altro è bene fare una considerazione: se è la raffinazione che rende pericoloso il prodotto, che differenza fa se usiamo un prodotto in cui in etichetta compare «con olio di oliva» o un prodotto in cui viene aggiunto l’olio di palma? Si tratta sempre di due prodotti raffinati, quindi il rischio è pressoché identico, con tutte le sfaccettature del caso.
Ferrero in controtendenza difende l’olio di palma
In seguito alle dichiarazioni dell’Efsa moltissime aziende, Coop e Barilla in primis, hanno elaborato nuove (e viralissime) strategie di marketing per sfornare prodotti senza olio di palma. Quasi nessuno però dice che si utilizzano comunque oli raffinati e che quindi il risultato, per la nostra salute, cambia poco. Ferrero per esempio, in controtendenza, difende l’uso dell’olio di palma purché lavorato a basse temperature, pratica che garantisce il contenimento di eventuali sostanze critiche. Il risultato dei suoi prodotti è sicuro perché riduce al minimo la presenza di sostanze nocive, in linea con i parametri fissati dall’Efsa stessa. E meno male, ci viene da dire, così potremo continuare a mangiare la mitica e inimitabile Nutella senza problemi.
Riassumendo, i 7 motivi per cui non fa male:
L’olio di palma viene lavorato a basse temperature, dunque non è cancerogeno
L’olio di Palma può essere considerato nocivo solo se raffinato a temperature superiori ai 200 gradi. Ma vi sono aziende che lo lavorano a temperature di gran lunga inferiori. Il risultato? Un prodotto totalmente innocuo che nulla ha da invidiare ad altri oli vegetali.
Presenta bassissime quantità di 3-MCPD
Secondo l’ultima ricerca realizzata dalla Stiftung Warentest, associazione dei consumatori tedesca, la celebre Nutella – per citare una delle più accusate di contenere olio di palma – presenta in realtà una contaminazione di 3-MCPD bassissima e, quindi, innocua. Di contro, creme alla nocciola simili, che non utilizzano olio di palma, non hanno superato il test a causa di valori eccessivi. Gli esteri critici degli acidi grassi possono trovarsi in molti grassi vegetali raffinati. «Non sono ancora completamente evitabili, ciononostante è possibile ridurli al minimo attraverso metodi di produzione ottimizzati e un’attenta selezione delle materie prime» scrivono i ricercatori. «Dunque l’olio di palma non è cancerogeno di per sé». Si tratta di una» responsabilità che sta in capo ai produttori: l’olio di girasole raffinato in condizioni difficili può essere più pesantemente contaminato con grassi nocivi dell’olio di palma raffinato bene». Quindi, che senso ha scegliere un prodotto «palm oil free», se non per seguire la moda del momento?
L’olio di palma non aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, anzi protegge il cuore
Un recente studio revisionale che ha analizzato decine di lavori scientifici ha messo in evidenza come «l’olio di palma consumato come parte di una dieta equilibrata non incrementa il rischio di patologie cardiovascolari. Poco o nessun beneficio aggiuntivo si ottiene sostituendolo con altri oli ricchi in mono o acidi grassi polinsaturi». Inoltre afferma che «a parte l’acido palmitico, l’olio di palma è costituito da acido oleico e linoleico che sono, rispettivamente, acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi. L’olio di palma consiste anche di vitamine A ed E, che sono potenti antiossidanti ed è stato scientificamente dimostrato che protegge il cuore e i vasi sanguigni dalle placche e lesioni ischemiche», concludono i ricercatori.
- Leggi anche: Palm oil and the heart: A review
L’olio di palma aiuta a ridurre il colesterolo
Nella letteratura scientifica sono presenti molti lavori in cui si evidenzia che l’olio di palma riduce il rischio cardiovascolare diminuendo i livelli sierici di colesterolo. Altra nota positiva è che «il consumo di olio di palma può aumentare i livelli di HDL e ridurre l’aggregazione piastrinica».
L’olio di palma aiuta a prevenire i tumori
L’olio di palma è un grasso vegetale, quindi più salutare di quelli di derivazione animale, con potenzialità anticancerogene. Sì: avete capito bene. L’olio di palma, sempre se non è raffinato, scongiura il rischio di contrarre tumori di vario tipo. Quando non viene sottoposto a temperature troppo elevate, infatti, rimane inalterato il contenuto di delta-tocotrienoli dall’attività anti-tumorale. A dimostrarlo sono state proprio due università italiane: l’Università Statale di Milano e l’Università Degli Studi di L’Aquila. Secondo la ricerca, pubblicata sul prestigioso Scientific Reports (gruppo Nature), i tocotrienoli (delta) hanno mostrato una spiccata attività antitumorale sulle cellule di melanoma. E, pensate un po’: l’olio di palma ne contiene ben il 50%. Ma non è finita qui: questi stessi composti sembrano ridurre lo sviluppo di malattie cardiovascolari e neurodegenerative, Alzheimer compreso.
L’olio di palma non è pericoloso per l’ambiente
Per produrlo vengono utilizzati meno pesticidi – 2 kg a tonnellata contro i 29 per l’olio di soia – pochi fertilizzanti e con un dispendio energetico nettamente inferiore alla maggior parte dei prodotti agricoli simili. Inoltre, a parità di quantitativo, per ottenere l’olio di soia occorre una superficie pari a cinque volte la nostra penisola.
L’olio di palma riduce la povertà
La coltivazione e la produzione dell’olio di palma, insieme a quella dell’olio di cocco, è uno dei principali mezzi di sostentamento economico delle popolazioni Africane. «La produzione di olio di palma e cocco è molto promettente e rappresenta uno dei metodi più efficaci contro la povertà delle nazioni in via di sviluppo come i Paesi dell’Africa sub-sahariana», si legge in un importante studio revisionale. «La produzione su larga scala di questi oli offre posti di lavoro per milioni di lavoratori non qualificati e semi-qualificati».
Fonti scientifiche
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[2] Palmöl: Ist das Pflanzenfett wirklich krebserregend?
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