Alimentazione
Il barbecue è pericoloso anche se non mangi la carne: basta stargli vicino
Il barbecue aumenta il rischio di cancro, indipendentemente dal fatto che si mangino o meno gli alimenti cucinati. Basta stare vicino a qualcuno che lo accende
Gli alimenti cucinati alla griglia sono da tempo sotto accusa: si ritiene che possano provocare il cancro a causa delle sostanze chimiche che il cibo sviluppa durante la cottura. A quanto pare, però, la sua pericolosità si estenderebbe anche sotto altri aspetti e si incapperebbe in seri rischi per la salute persino se non mangiamo niente di quello che abbiamo cucinato. Quindi, se il vostro vicino prepara la carne alla brace proprio vicino a voi, potreste rischiare comunque di contrarre il cancro. Ecco il motivo per cui accade.
Più barbecue, più cancro
E’ uno dei metodi di cottura più antichi, quello del fuoco, ma a quanto pare anche quello meno sano. Secondo una recente ricerca, infatti, il barbecue potrebbe provocare alcune forme cancerogene, persino se non mangiamo gli alimenti che sono stati appena grigliati. A suggerirlo sono stati alcuni scienziati della University of North Carolina che hanno mostrato come molti tumori alla pelle siano causati proprio dal fatto che nei mesi estivi si ha l’abitudine di cucinare carne alla brace.
Sostanze chimiche pericolose nella carne grigliata
L’effetto cancerogeno sarebbe dovuto allo sviluppo di particolari sostanze chimiche denominate idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Queste possono provocare problemi del tratto respiratorio e mutazioni del DNA. Il problema principale è rappresentato dal fatto che se si sta accanto al barbecue, il fumo che si sviluppa può invadere la pelle e aumentare il rischio di cancro. Altri studi avevano collegato gli IPA con il cancro del colon, della prostata, del seno e del fegato.
Barbecue, una sorpresa poco gradita
Gli scienziati hanno scoperto che le sostanze chimiche emesse dal barbecue riuscivano a penetrare nel circolo ematico superando la barriera cutanea. Per arrivare a tali conclusioni, i ricercatori hanno preso in esame persone che avevano l’abitudine di fare il barbecue (dividendole per quantità di esposizione) con quelle che non lo facevano affatto. E hanno raccolto, successivamente, campioni di urina. «Come previsto, la dieta rappresentava la maggiore quantità di esposizione alle sostanze chimiche nocive. Tuttavia, la pelle era la seconda via di esposizione più alta, seguita dall’inalazione». Secondo il dottor Eddy Zeng, sarebbero gli oli presenti nei fumi del barbecue a rendere più facile l’assorbimento degli IPA attraverso la pelle. Le sostanze chimiche che causano il cancro si formano con maggior probabilità quando il cibo viene cotto a temperature superiori ai 148 ° C.
I vestiti non bastano per proteggersi
A tutto ciò si aggiunge anche un ulteriore problema: i vestiti non proteggono dall’esposizione ai fumi. O, per meglio dire, bastano per qualche minuto ma dopo che sono saturi è necessario cambiarli, altrimenti si rischia di peggiorare la situazione. D’altro canto, i vestiti dovrebbero essere lavati subito dopo l’esposizione per eliminare tutti i residui. Gli IPA sono noti da tempo come agenti che innescano mutazioni genetiche, leucemie e altre forme di cancro. Tuttavia, secondo il National Cancer Institute, «le dosi di IPA utilizzate in questi studi erano molto alte – equivalenti a migliaia di volte le dosi che una persona consumerebbe in una dieta normale». Quindi, attenzione a come cuocete la carne e non esponetevi eccessivamente al fumo di un barbecue, ma non è necessario creare alcun tipo di allarmismo se questo accade una o due volte l’anno.