Alimentazione
Acido butirrico, tutto quello che c’è da sapere
Acido butirrico, cos’è,
dove si trova e perché è così importante per la nostra salute. Come aumentarne
la produzione a livello intestinale senza integratore
Negli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare di acido butirrico. Il motivo di tanta fama è dovuto al fatto che svolge un ruolo essenziale nella salute dell’intestino e, a cascata, dell’intero organismo. Ecco tutto ciò che devi sapere su questo prezioso componente.
Cos’è l’acido butirrico
L’acido butirrico è un grasso non essenziale, saturo. Si trova soprattutto nei grassi di origine animale e in minima parte in quelli vegetali. Una delle fonti migliori è il burro – in quantità maggiori se è rancido – ma si trova in abbondanza anche nei formaggi stagionati. Un alimento che ne contiene in gran quantità ed è particolarmente benefico per l’intestino è il ghee. Da non dimenticare è anche il Kefir.
- Sapevi che…
L’acido butirrico si forma anche dalla degradazione di alcune fibre vegetali indigeribili, a livello intestinale. Raramente però le dosi prodotte spontaneamente sono sufficienti per il nostro benessere.
Acido butirrico e intestino
L’acido butirrico svolge un ruolo essenziale per la salute dell’intestino, per il quale pare avere un effetto anticancro. Secondo recenti studi, infatti, ridurrebbe la proliferazione delle cellule cancerogene. Inoltre, l’acido butirrico è considerato una delle fonti energetiche più importanti per le cellule intestinali.
- Sapevi che…
L’acido butirrico emana un odore molto particolare e per niente gradevole all’olfatto umano. Per esempio, si avverte quando il burro è molto rancido oppure quando il sudore corporeo è molto marcato. Questo sarebbe dovuto alla degradazione di alcuni tipi di trigliceridi che si formano nel sebo.
Fibre, flora e acido butirrico
Tutti conoscono l’importanza della flora batterica – o del microbioma umano – e le sue ricadute sulla salute dell’intero organismo. Ma pochi conoscono il collegamento tra acido butirrico, alimentazione e batteri intestinali simbiotici. I carboidrati non digeribili sono considerati i prebiotici – ovvero il nutrimento – per la nostra preziosa flora batterica. Fanno parte della categoria l’inulina, la cellulosa, l’amido resistente, i betaglucani, le pectine e gli oligofruttosi.
- Sapevi che…
I carboidrati non digeribili (fibre) sono chiamati così perché i legami dei monosaccaridi non vengono metabolizzati dagli enzimi amilasi e disaccaridasi. Vengono, tuttavia, fermentati a livello intestinale per opera di enzimi e flora batterica. Quelli che vengono fermentati nel migliore dei modi sono le pectine. Mentre è più difficoltoso per la cellulosa e la crusca.
Dalle fibre vegetali all’acido butirrico
Ogni volta che introduciamo carboidrati indigeribili, la flora batterica inizia un processo di fermentazione utilizzando tali fibre e sfruttando alcuni enzimi. In seguito a tale processo si formano degli acidi carbossilici a catena corta, tra questi anche l’acido butirrico. L’insieme di tali sostanze aiuta a ridurre il pH a livello del colon e – come una reazione a catena – questo fattore aumenta la produzione di acido butirrico e di flora batterica “buona”.
- I batteri che danno origine all’acido butirrico
- Butyrivibrio fibrisolvens
- Clostridium kluyveri
- Clostridium pasteurianum
- Eubacterium limosum
- Fusobacterium nucleatum
- Clostridium butyricum
Come aumentare la produzione di acido butirrico
Come detto, l’acido butirrico può essere prodotto dalla flora batterica in seguito all’ingestione di fibre non digeribili. Tuttavia, non è così scontato l’incremento a livello dell’organismo, perché bisognerebbe agire in due modi: il primo è integrare diverse varietà di batteri intestinali aggiungendo alimenti fermentati alla propria alimentazione; il secondo è mangiare cibi che contengono carboidrati non digeribili. Solo uno dei due non è sufficiente. Secondo alcuni studi è molto utile l’utilizzo dell’amido resistente – quello che si forma nella pasta raffreddata o nel pane vecchio. L’amido resistente si trova anche nei cereali parzialmente macinati, nei semi, nelle patate crude e nelle banane verdi. Infine, un alimento utile su tutti i fronti è il ghee che possiede eccellenti virtù protettive dell’intestino, come hanno vagliato numero ricerche.
Le preziose virtù dell’acido butirrico
L’acido butirrico pare essere implicato in numerose funzioni all’interno dell’organismo. Una di queste, come accennato, è la sua specifica virtù riducente il rischio di sviluppare tumori. Specie se viene associato all’assunzione di altri acidi a catena corta come l’acido acetico. Si tratta di componenti specifici che si trovano facilmente nei processi di fermentazione naturale degli alimenti (come, per esempio, il kefir e i crauti). Tali grassi sembrano proteggere anche da eventuali danni epatici.
- Sapevi che…
La presenza di specie di batteri che producono butirrato sopprime la crescita di Escherichia coli, Campylobacter, Salmonella e Shigella.
Un antico rimedio contro il cancro
Nel luglio del 1933 fu pubblicata una ricerca scientifica di cui parlarono alcuni giornali: scienziati riuscirono a curare il cancro con il “burro irrancidito”, ovvero con l’acido butirrico. Nella ricerca si legge che «L’acido derivante dal burro rancido non deve essere mangiato o iniettato, ma viene applicato direttamente sulla crescita tumorale. Per qualche ragione, che è ancora misteriosa, l’acido butirrico attacca molto più malignamente il tessuto tumorale rispetto ai tessuti sani che lo circondano. Una dose graduata di acido può uccidere e mangiare via tutte le cellule tumorali malate senza danneggiare quelle vicine ancora sane. Questo è lo stesso modo in cui il radio attacca il cancro». Purtroppo, non si trovano altre notizie in merito a quest’argomento.
Le ricerche di oggi
Diverse ricerche sostengono che l’acido butirrico – o i suoi derivati – sembrano essere degli ottimi anticancro e induttori della morte programmata delle cellule cancerogene (o apoptosi). Studi ritengono che l’acido butirrico possa essere utilizzato con successo nel «trattamento del cancro colon rettale e nelle emoglobinopatie». Un altro studio, pubblicato su asserisce che «l’acido butirrico e la tributirrina sono potenti agenti apoptotici [inducono la morte cellulare, Nda] e ci suggeriscono che le fonti di acido butirrico nella dieta, come il grasso del latte, possono fornire anticancro nei confronti del fegato».
L’acido butirrico nella sindrome del colon irritabile e colite ulcerosa
Recenti studi hanno evidenziato che «L’integrazione alimentare con butirrato stimola l’allungamento dei villi nella profondità dell’ileo e la cripta nel cieco. L’acido butirrico ha anche dimostrato di esercitare effetti antinfiammatori potenti sia in vitro che in vivo. La sua attività immunoregolatrice e antinfiammatoria è presumibilmente basata sull’inibizione topica di mediatori infiammatori nell’epitelio. La capacità del butirrato di diminuire le concentrazioni delle citochine pro-infiammatorie come l’Interleuchina 8 (IL-8) e fattore di necrosi tumorale-α (TNF-α) è stata ampiamente documentata». Questi benefici sono stati importanti anche nei soggetti affetti da sindrome del colon irritabile che, in seguito alla somministrazione rettale di acido butirrico durante una fase acuta, hanno visto ridursi la sintomatologia. «Sono stati inoltre osservati alcuni effetti antinfiammatori del butirrato nel trattamento di colite ulcerosa e proctite».
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