Sintomi e malattie
Ascesso gengivale: cos’è e come curarlo
Cos’è un ascesso gengivale, i sintomi e le cure migliori. In alcuni casi può essere coinvolto tutto il parodonto
Quello che noi chiamiamo ascesso è in realtà un apostema, ovvero una raccolta di essudato che può dare origine a un’infiammazione purulenta che si trova all’interno di un tessuto. Nel caso di ascesso gengivale, si tratta di una condizione che si presenta – come si evince dal nome – a livello delle gengive. In alcuni casi può essere coinvolto tutto il parodonto, ovvero tutta l’area che comprende l’osso alveolare e i legamenti parodontali.
Cause dell’ascesso gengivale
L’ascesso gengivale può comparire per diversi motivi. In alcuni casi fa la sua comparsa in seguito a una carie molto profonda che colpisce anche la polpa dentale. Se in quella zona si annidano dei batteri che danno luogo a una pulpite o a un processo infiammatorio di varia natura un individuo può assistere alla comparsa di un ascesso. In altri casi l’ascesso può apparire in seguito alla piorrea – altrimenti conosciuta come malattia paradontale. Si può verificare dove ci sono traumi, otturazioni profonde o dove sono stati eseguiti (non nel migliore dei modi) trattamenti canalari. Più raramente si presenta nei giovani durante l’eruzione del dente del giudizio.
Altre cause dell’ascesso gengivale
Vi sono anche condizioni più rare che possono causare gli ascessi gengivali: tra queste ci sono l’amelogenesi imperfetta che predispone gli individui allo smalto indebolito e più suscettibile all’usura. Più a rischio anche i pazienti affetti da sindrome di Sjogren i quali evidenziano una maggiore secchezza delle fauci che accelera la crescita microbica orofaringea. Le sostanze irritanti chimiche come il fumo di metamfetamina, l’immunosoppressione derivante dalla chemioterapia o condizioni mediche immunosoppressive croniche come l’HIV/AIDS.
I batteri che causano l’ascesso dentale
I genere l’ascesso è provocato di diversi tipi di batteri anaerobi: varie specie di cocchi, Prevotella, Fusobacterium, streptococchi di gruppo viridans e Streptococcus anginosusgruppo. «Questi microrganismi sono in grado di formare biofilm nei canali radicolari, rendendo quindi plausibile l’applicazione del «biofilm concept» in tali infezioni. Dopo aver inserito i tessuti periapicali attraverso il forame apicale, questi batteri sono in grado di indurre un’infiammazione acuta che porta alla formazione di pus. La patogenesi dell’ascesso dentoalveolare è di natura polimicrobica, comprendente vari anaerobi facoltativi, come gli streptococchi del gruppo viridans e il gruppo Streptococcus anginosus e anaerobi rigorosi, in particolare cocchi anaerobici, specie Prevotella e Fusobacterium», spiegano gli esperti del Dipartimento di Microbiologia del Maulana Azad Medical College di Nuova Delhi.
Sintomi dell’ascesso gengivale
Uno dei primi sintomi è l’alitosi. In presenza di batteri nocivi, infatti, l’alito prende un cattivo odore. Poco dopo si può avere un piccolo fastidio in bocca che aumenta in seguito alla masticazione. L’infezione, in alcuni casi, può dare la sensazione di avere un dente più lungo del normale. Durante la formazione dell’ascesso, una piccola cavità forma del pus – sintomo di infezione – e le gengive si arrossano. Se l’ascesso non viene curato subito si può avere un rialzo termico più o meno elevato e gonfiore della bocca con dolore intenso. Se non si interviene entro tempi ragionevoli l’ascesso può arrivare a perforare alcune aree del viso assistendo alla comparsa di una fistola.
Diagnosi dell’ascesso gengivale
La diagnosi, generalmente, viene fatta dal proprio dentista attraverso un esame obiettivo e radiografie. Con queste ultime è possibile evidenziare tutta l’area colpita dall’infiammazione.
Cure per l’ascesso
In linea di massima, lo specialista richiede un trattamento con antinfiammatori e antibiotici allo scopo di alleviare il dolore. Quando l’ascesso si è ridotto potrebbe richiedere l’incisione per il drenaggio dei canali interni o, se si è trattato di un’infezione grave, anche dell’estrazione del dente coinvolto. «Se non trattato in una fase precoce, può evolvere rapidamente e diffondersi alle strutture anatomiche adiacenti, portando a gravi complicazioni come setticemia, trombosi del seno cavernoso, ascesso cerebrale, shock e occasionalmente a morte. La possibilità di sviluppare complicazioni e la conseguente morbilità e mortalità lo rendono un importante problema di salute pubblica», continuano gli esperti.
I farmaci contro l’ascesso
Numerosi studi clinici hanno dimostrato l’efficacia della clindamicina nel trattamento delle infezioni di questo genere. Alcuni autori hanno dimostrato un’attività comparabile tra clindamicina e penicillina V nel trattamento di infezioni odontogene da moderate a gravi. «In uno studio, la moxifloxacina era significativamente più efficace nel ridurre il dolore nei giorni 2-3 della terapia rispetto alla clindamicina. La clindamicina è stata recentemente considerata per la gestione delle infezioni odontogene a causa della suscettibilità batterica a questo farmaco, grande assorbimento orale, bassa insorgenza di resistenza batterica e buoni livelli di antibiotici nell’osso». In altri casi può essere usato il metronidazolo in combinazione con la penicillina per garantire la copertura contro i batteri Gram-positivi aerobi. D’altro canto, i macrolidi non devono essere considerati come terapia di prima linea nel trattamento di questo genere di infezioni.
Alcuni esempi di dosaggio dei farmaci:
Ampicillin-sulbactam 3 g per via endovenosa (IV) ogni 6 ore
Amoxicillina-acido clavulanico: 875 mg per via orale ogni 12 ore
Penicillina G 2-4 IV ogni 4-6 ore PLUS Metronidazolo 500 mg IV o per via orale ogni 8 ore
Cefoxitina: da 1 a 2 g di IV ogni 4 ore
Cefotetan: 2 g IV ogni 12 ore
Prognosi in caso di ascesso dentale
La prognosi per un ascesso dentale, generalmente è molto buona. Può essere scarsa se un ascesso dentale non viene trattato in tempo. «Il tasso di mortalità può aumentare al 40% se i pazienti sviluppano mediastinite da infezione discendente. La compromissione delle vie aeree può giustificare l’intubazione o il posizionamento della tracheotomia. Le infezioni ascendenti attraverso i seni o la diffusione ematogena al cervello aumentano il tasso di mortalità e portano una prognosi infausta», conclude il dottor Justin Sanders dell’Orange Park Medical Center.
Fonti scientifiche
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