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Salute

Arriva l’influenza australiana in Italia: i sintomi e come affrontare la nuova ondata stagionale

La nuova influenza australiana, causata dal virus H3N2, è arrivata in Italia e si prevede un picco a fine novembre. Gli esperti raccomandano la vaccinazione per proteggere le categorie più fragili e l’uso di mascherine sui mezzi pubblici per limitare la diffusione, soprattutto data la presenza di altri virus respiratori come il Covid-19

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Arriva l'influenza australiana in Italia: come affrontare la nuova ondata stagionale
influenza australiana (©depositphotos)

L’inverno 2024 si preannuncia complicato sul fronte della salute, con l’arrivo in Italia dell’influenza australiana, una variante particolarmente aggressiva che ha già provocato milioni di contagi e ospedalizzazioni in Australia. Gli esperti, come il virologo Fabrizio Pregliasco e Massimo Andreoni della Simit, sono concordi sulla necessità di prepararsi con attenzione per affrontare un’influenza che si prospetta tra le più dure dell’ultimo decennio.

Una variante particolarmente aggressiva

L’influenza australiana di quest’anno è alimentata principalmente dal virus H3N2, una variante con spiccata capacità di evasione immunitaria, contribuendo al suo rapido propagarsi. In Australia, oltre 15 milioni di persone sono state contagiate, e molti hanno richiesto cure ospedaliere. Gli esperti italiani prevedono un picco di contagi verso la fine di novembre, ma i casi iniziali sono già stati isolati sia a Novara che in Lombardia.

Sintomi dell’influenza australiana

L’influenza australiana, causata dal virus H3N2, si presenta con sintomi simili a quelli dell’influenza stagionale ma spesso in forma più intensa. I sintomi più comuni includono:

  1. Febbre alta, spesso sopra i 38°C, accompagnata da brividi.
  2. Dolori muscolari e articolari diffusi, che possono essere debilitanti.
  3. Mal di testa persistente.
  4. Tosse secca che può diventare più grave con il progredire dell’infezione.
  5. Mal di gola e infiammazione delle vie respiratorie.
  6. Affaticamento e stanchezza estrema, che possono persistere anche dopo la fase acuta.
  7. Congestione nasale o rinorrea (naso che cola), meno comune rispetto alla classica influenza.
  8. Nausea, vomito e diarrea, che si manifestano in alcuni casi, specialmente nei bambini.

A causa della maggiore capacità del virus di eludere il sistema immunitario, come avvenuto in Australia, i sintomi possono essere più intensi e prolungati, e il rischio di complicazioni respiratorie, come bronchiti e polmoniti, è aumentato, specialmente per anziani, bambini e persone con patologie croniche.

Importanza della vaccinazione

Secondo il professor Andreoni, vaccinarsi resta la misura più efficace per ridurre l’impatto del virus, soprattutto tra i gruppi più vulnerabili come anziani e persone con patologie croniche. Infatti, la vaccinazione richiede circa due settimane per generare una risposta immunitaria completa, quindi anticipare la campagna vaccinale è fondamentale per proteggere la popolazione prima che il virus raggiunga la sua massima diffusione. La Simit e l’Ordine dei Medici sottolineano l’importanza di sensibilizzare soprattutto i pazienti fragili e chi è esposto a maggiori rischi di complicanze.

Il rischio di co-infezione con altri virus

L’influenza quest’anno non sarà l’unico virus a circolare durante l’inverno. Come ha spiegato Pregliasco, oltre all’influenza, ci saranno anche altri patogeni simili, tra cui il Covid-19, il virus respiratorio sinciziale (Rsv), e altri virus minori che causano sindromi respiratorie. Una co-circolazione così ampia aumenta la possibilità di infezioni multiple, una situazione che rischia di aggravare i sintomi e di portare a complicanze serie soprattutto per chi ha un sistema immunitario indebolito.

Strategie preventive: non solo vaccini

Le misure preventive come l’uso delle mascherine, specialmente sui mezzi pubblici o in ambienti affollati, possono essere di grande aiuto. È stato infatti osservato che, nonostante la riduzione dell’obbligo di mascherine, l’utilizzo di questi dispositivi in inverno può contribuire significativamente a contenere la diffusione dei virus respiratori. Inoltre, il mantenimento di buone pratiche igieniche come il lavaggio frequente delle mani, la sanificazione degli ambienti e l’evitare i luoghi chiusi e affollati sono consigliati per ridurre il rischio di contagio.

Monitoraggio e previsioni

Il sistema di monitoraggio RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità inizierà a pubblicare i bollettini aggiornati, fornendo un quadro chiaro sull’andamento dell’influenza e dei virus correlati. Gli esperti stimano che i casi potrebbero superare i 200 mila a settimana durante il picco influenzale. Per il momento i casi di influenza vera e propria restano sporadici, ma l’innalzamento della curva epidemica è già in atto.

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