Alimentazione
Ti sei mai chiesto cosa accade al tuo corpo dopo aver bevuto il caffè?
Dopo aver ingerito una bella tazzina di caffè, nel nostro corpo avvengono una miriade di cambiamenti. Ecco quali sono quelli negativi e positivi in relazione alla quantità
Alzi la mano chi di voi non ha il vizietto quotidiano del caffè. E chi riesce a svegliarsi bene la mattina senza il proprio rito mattutino. Eh già, perché la nera bevanda conta almeno due miliardi di assidui consumatori ogni giorno, in tutto il mondo. Ma la buona notizia è che al caffè sono stati attribuiti una miriade di effetti benefici per la salute – che spaziano dalla riduzione del rischio della malattia di Alzheimer, patologie cardiovascolari, obesità per arrivare al cancro. Ma il rapporto danni/benefici corre sul filo del rasoio. Ecco perché dovremmo sapere cosa ci accade dopo aver ingerito una bella tazzina di caffè.
Caffè, poco dopo aumenta il battito cardiaco
Vi sentite più svegli ed energici dopo aver bevuto il caffè? Merito (o colpa) della sua azione sul cuore. Poco dopo l’assunzione, infatti, alcuni ricercatori hanno evidenziato un aumento del battito cardiaco che passa dai tradizionali 60 battiti al minuto per arrivare a 80/100. Pare che la stimolazione della funzionalità cardiaca, associata a quella nervosa, aiuti anche ad aumentare l’ossigenazione e di conseguenza l’apporto energetico. Questa ginnastica cardiaca sembra persino ridurre le possibilità di infarto. Ma come tutte le buone notizie c’è sempre il rovescio della medaglia: l’effetto iper stimolante può provocare in alcune soggetti sbalzi pressori, ansia, insonnia attacchi di panico e vampate di calore. Un abuso, in più, sembra essere collegato a un restringimento delle arterie. Secondo uno studio pubblicato su PloS One, infatti, più di 2 tazzine di caffè al giorno aumenterebbero il rischio di malattia coronarica. La causa risiederebbe nella presenza di alcuni diterpeni. Aumentando però la quantità di antiossidanti si eviterebbe il problema.
Dopo il caffè, uno tsunami gastrico
In realtà il caffè presenterebbe un’azione di stimolazione molto più elevata a livello dell’apparato digerente. Entro breve tempo dall’assunzione, infatti, la secrezione gastrica e biliare aumentano vistosamente. Però le differenze si evidenziano a seconda se si è vicini o meno ai pasti. Dopo un pasto abbondante, infatti, si assiste a una piacevole sensazione di svuotamento gastrico. Ma se lo si assume a colazione o a digiuno, molti di voi si vedranno costretti a fare una corsa verso il bagno più vicino. Questo accade perché può irritarsi l’intestino causando un desiderio pressoché immediato di evacuazione. Riassumendo in poche parole: il caffè stimola la digestione fin da subito aumentando, in primis, la produzione di salvia. Dopo di che eccita la secrezione dei succhi biliari e la motilità intestinale. Quest’ultima però, se fortemente alterata, potrebbe arrivare persino a diminuire l’assorbimento di alcuni nutrienti essenziali.
Il caffè cambia la tolleranza al glucosio
Forse anche per questo motivo, il caffè viene consigliato ai soggetti diabetici. Secondo alcuni studi, infatti, dopo aver bevuto il caffè si altera la tolleranza al glucosio grazie a un particolare antiossidante che si trova nella bevanda. Si chiama acido clorogenico e pare abbia il preciso compito di rallentare il trasporto del glucosio.
Aumenta l’acidità e la gastrite ma non risolve la stitichezza
Se si consuma il caffè quotidianamente non si migliora affatto il problema della stitichezza, tutt’altro: oltre a causare una violenta irritazione delle mucose potrebbe aumentare il gonfiore addominale. Il che si traduce in un altro problema legato alla stipsi. Inoltre se si soffre di acidità gastrica, reflusso, ulcere e gastrite i problemi non fanno altro che aumentare. Uno studio pubblicato su Epidemiology, tuttavia, è riuscito a dimostrare come le bevande contenenti caffeina non peggiorano l’ulcera gastrica. È evidente, quindi, che il problema è dovuto alla presenza di altri componenti che si trovano nel caffè. La bevanda, infatti, contiene anche altri tipi di alcalodi, la trigonellina, Sali minerali, acidi clorogenici, melanoidine, kahweolo, cafestolo.
Se bevi poco caffè riduci la carie
Quando siamo fuori casa e non possiamo lavarci i denti, possiamo affidarci a una bella tazzina di caffè. Quest’ultima, infatti, pare essere in grado di debellare i batteri della carie come l’ormai famoso streptococco mutans. Ma se si consumano almeno cinque tazzine al giorno i nostri denti cominceranno a rovinarsi. Come è logico pensare si assiste a una colorazione giallognola e un aumento dell’alito all’aroma di caffè. Ciò che è peggio, però, è che le nostre mucose orali si seccano eccessivamente. Ma non solo: le cellule che popolano la nostra bocca muoiono molto più velocemente. In tutti i casi quindi, possiamo ottenere effetti negativi o positivi a seconda della quantità giornaliera che assumiamo. Come sempre l’equilibrio è l’elemento essenziale al nostro benessere.